Un antropologo si sposta per le sue ricerche normalmente in luoghi esotici. Ma può anche decidere di spostarsi all'indietro nel tempo. Per esempio nei secoli del Basso medioevo, l'età gloriosa dei liberi comuni, e in una città dell'Italia centrale, Qrvieto.
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Se l'antropologo utilizza gli strumenti dell'antropologia medica, può individuare nuove dimensioni di significato per aspetti della vita sociale come le storie dei santi, per esempio. E il santo taumaturgo diventa così un vero e proprio "dispositivo culturale" a presidio della salute/salvezza e a difesa dalla malattia/condanna: mediatore tra biologico e sociale, consente di mettere in luce concretamente gli intrecci tra potere, forme della pratica religioso-devozion e identità urbana.
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